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forzalotta990*.
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«Pippo è stata un'ossessione. È serio e studia tanto: ha 8 in matematica».
Papà Giovanni, 44 anni, lavora come operaio in una ditta di serramenti in alluminio; la signora Caterina, 44 anni pure lei, fa l'impiegata, la casalinga, la mamma. Da cinque anni si è aggiunto Filippo, che ora gira per casa con la maglia numero 22 di Kakà. «Durante la seconda gravidanza — racconta mamma Caterina — Alberto appoggiava l'orecchio al pancione e diceva: se è maschio lo chiamiamo Filippo. Come Inzaghi». Già, Inzaghi. Un'ossessione. Paloschi si è fatto conquistare dal pallone mentre Pippo diventava capocannoniere in serie A con l'Atalanta.
Inzaghi, un tempo idolo, oggi è compagno di squadra, amico, consigliere. «Domenica eravamo a San Siro in tribuna e al gol siamo scoppiati a piangere. Dopo la gioia, gli abbracci, le interviste, Alberto ha preferito farsi portare in collegio, a Gallarate, da Pippo invece che da noi. A Cividate torna poco, ma al telefono lo sentiamo sereno, felice. Così, sereni e felici siamo anche noi». Alberto, dicono tutti, è un libro aperto. Umile, educato, pacato, studente modello («Sempre 8 in matematica al liceo scientifico, ma quest'anno ha perso tante lezioni per colpa del calcio»). E non si sente arrivato, mai: «Se non avrò fortuna come giocatore, farò il fisioterapista o il preparatore atletico. Ce lo dice da quando aveva 10 anni. Ha sempre ragionato come un adulto».
Fonte: Gazzetta dello Sport
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