Tifoso
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«Su come stare al Milan ce sarebbe da fare 'na serie Netflix, per capire cosa significa meritarsi una società del genere. Anche per giocatori importanti come noi. Oh, ma io dico che qualsiasi giocatore va in un posto del genere, anche il più forte che c'è, deve meritarsi di rimanere. Perché non c'è un giocatore più grande di quel club. Perché loro hanno una forza... Là, quando arrivi... Io, vabbè, venivo da un fallimento. Arrivo al Milan: cosa offre il club? Ogni cosa è fatta per vincere. Arrivi, c'è quello che ti fa vedé le case. Poi c'è l'architetto... Questo è il Milan. Io parlo del mio Milan. C'era l'architetto che ti faceva scegliere i mobili. Non è che però è un regalo. Ti fanno capire che tutto quello che ti danno, è perché tu non devi aver pensieri. Tu devi soltanto pensare a vincere. Perché per tutto il resto, ce so' loro. Io arrivo al primo anno al Milan, vinciamo la Coppa Campioni, da romano, cioè 'da Lazio' dico: 'Oh adesso qua, sigaretta, faccio dieci anni, ma de passato vivo. Vinco 'a Coppa Campioni...'. Passa l'estate, acquisto del Milan: Jaap Stam prendono. L'altro era il Malda, vicino. Fai due conti, dici... Per rimanere dieci anni lì, te devi fare un culo, nel senso lavorare, perché sennò non ci rimani, anche se sei stato bravo. Perché non se fermano mai. Sennò... il prossimo. C'è sempre un altro che sta aspettando per farti cadere, nel senso che la fila lì c'è. Se tu non riesci a capire quello... È una selezione naturale: ti prendono e ti cambiano co' un altro. Fine». Alessandro Nesta
Il mio centrale difensivo preferito di sempre. Quanto era bello vederlo giocare. Idolo.
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