Suma, un uomo un perché

I vomitoriali del servo per eccellenza

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Tifoso

    Group
    Torcida Rossonera
    Posts
    22,030
    Reputation
    +2,846

    Status
    Anonymous
    Ma si vede bene il posizionamento dei giocatori dell arsenal se non la respinge perfettamente di lato la prendon loro..
     
    .
  2. arivel
        Like  
     
    .

    User deleted


    oddio all'inizio mi dava un posto del 2013. che ricordi:ambrosini e un lucio normale poco +
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Nulla può essere mai creato o distrutto

    Group
    Admin
    Posts
    31,456
    Reputation
    +2,594
    Location
    Ascoli Piceno via Brasil 7

    Status
    Offline
    Elliott c'è, Goldman pure. I magoni dei tifosi. Il calcio attorno al Milan
    23.06.2018 00:00 di Mauro Suma

    Con i tifosi, per i tifosi, solo per i tifosi. Quando si ha un appuntamento settimanale come questo, non si può non partire da loro. Dai magoni dei Milanisti, dalla loro costernazione, dal loro fiato sospeso, dalla loro preoccupazione, dalla loro ansia. Conosciamo bene qual è l'approccio dei tifosi all'editoriale del sabato. Vogliono capire cosa sappiamo bontà loro, farsi una idea del nostro umore (troppo buoni, ma conta zero) per intuire cosa possa accadere, confrontarsi con le nostre valutazioni. Sotto a chi tocca allora con il pochissimo che sappiamo: il riserbo sul nuovo azionista è massimo e di certo non è filtrato nulla a nessuno, anche a quelli che sanno tutto e che la raccontano come se sapessero tutto loro e se fossero addirittura avanti rispetto a quello che non è ancora successo; il ruolo di Elliott in queste ore è quello che abbiamo sempre conosciuto, di tutela, di protezione, di aiuto, di supporto, tanto è vero che anche giovedì sera ha preparato i soldi dell'aumento di capitale in caso fossero serviti (è nata con questo spirito l'operazione bancaria, con il giusto tempismo e la giusta preoccupazione), ma sempre rispettando ogni livello e ogni ruolo societario. Il socio? Crediamo che l'unica offerta abbastanza avanti sia quella di Goldman, ma ci sono state delle arrabbiature perchè, fonte loro, avevano chiuso la trattativa prima che, la scorsa settimana, il presidente Li cambiasse idea. Sappiamo anche che tutto il Milan ha il massimo rispetto di queste trattative tutte interne al business della proprietà. E rimane inerte, non per mancanza di trasparenze nei confronti dei tifosi (mancherebbe altro), ma perchè sono vicende così delicate e così fluide che si rischia di fare danni anche solo a bisbigliare.

    Al netto di tutto questo, per amore e per rispetto del bene (il Milan), bisogna trovare una quadra. Perchè il tifoso rossonero oggi si sente Calimero e le prende da tutte le parti. L'ultimo vero momento di goduria è stata quella immagine di Alessio Romagnoli, con Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, che commentava il suo prolungamento contrattuale. Poi solo schiaffi. L'Uefa che ti viene addosso, come era accaduto nel 1985 dopo Milan-Waregem. Il mercato che non decolla e non prende forma, mentre tutte le altre tifoserie se la stanno spassando fra Santon, Nainggolan, Emre Can e Verdi. L'idea di un ratto di Suso che ci ha procurato gli stessi brividi che, da ragazzini, provammo per il passaggio di Collovati dalla nostra maglia a quella degli altri. Anche basta. Noi riteniamo sia impossibile che Suso possa cambiare casacca in maniera così traumatica, però solo parlarne è stata una fitta al cuore per i rossoneri veri, per i rossoneri duri e puri. Il Milan da un anno a questa parte ha trovato una sua quotidianità interna con ruoli chiari e compattezza, si è cucito addosso il dna giusto con Rino Gattuso, ma non ha mai trovato una vera e propria rotta di crociera. Il presidente Li, che appartiene ad una cultura molto più paziente e molto meno temperamentale della nostra, ha da prendere atto che, stretto fra i toni sprezzanti e inquisitori dell'Uefa, fra i countdown ansiogeni degli aumenti di capitale e i casi veri e presunti che gli vengono tirati addosso (dai soldi di rientro al fuggi fuggi, dai "Mondiali" di Kalinic a quel che volete voi), il Milan fa fatica a tenere una sua andatura, stabile e costante. E il Milan deve sempre essere il fondamento di tutto, la cosa che è tutta la nostra vita, l'unico vero orizzonte che abbia un senso.

    Sappiamo di non far piacere ai nostri tifosi quando ci diciamo, anche noi e a nostra volta, pessimisti, sulla sentenza Uefa. Temono una nostra rassegnazione, una nostra consapevolezza. Ma certo che no, soffriamo come matti. Il nostro è un pessimismo realistico che non è rinuncia alla lotta. Mai. Processi alle intenzioni e processi politici non possono essere considerati elementi di giustizia. Se ne riparlerà al Tas di Losanna. Il Milan che vuole rialzarsi con coraggio e investimenti non ha bisogno di mazzate o di sentenze esemplare. Ha bisogno questo sì, di essere messo di fronte alle sue mancanze di questi anni, ai propri adempimenti, alla propria credibilità, ma volerlo vedere abbattuto e tramortito è miope e di corto respiro, la certificazione ulteriore di una norma, il Fpf, fallita nei suoi obiettivi e nella sua natura. L'Uefa come istituzione non può mettersi sullo stesso livello dei non milanisti che non vedono l'ora di sbellicarsi su Twitter. Quello che non ci piace è proprio questo spirito del calcio italiano, che non riesce a fare sistema e che vive rivalità e contrapposizioni come negli anni in cui c'era ben altra ricchezza media e tutto questo ce lo si poteva permettere. Quello che non ci piace del calcio italiano non è tanto che non abbia aiutato il Milan: niente pietismi e niente elemosina. Ma non ci piace che il calcio italiano cerchi di rifarsi una faccia e una verginità, assecondando la severità e il rigorismo dell'Uefa contro il Milan. Ma al calcio italiano, qualche cosettina la vogliamo ricordare. Quando il Milan sarà stato punito, messo al pubblico ludibrio e umiliato, tutti gli altri problemi resteranno. E non spariranno per la fermezza usata contro il Milan. Anche con il Milan fuori dall'Europa, i Mondiali continueranno senza la Nazionale Italiana: la Federazione resterà commissariata; i Diritti Tv resteranno assegnati in stile mercato del pesce; il Parma resterà sotto inchiesta; la finale di ritorno dei Playoff di Serie B tra Frosinone e Palermo rimarrà il triste teatrino che è stato: lo stadio dei giallorossi resterà bloccato dall'ennesima indagine per corruzione, con annessi arresti di politici, costruttori e responsanbili del cantiere; certe squadre continueranno a fare operazioni fittizie di mercato congegnate a orologeria e con poco fondamento solo per rientrare nei parametri del Fair play finanziario. Il Milan, caro calcio italiano, serve a tutti. Ma non libera tutti.

    .milannews.it
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Nulla può essere mai creato o distrutto

    Group
    Admin
    Posts
    31,456
    Reputation
    +2,594
    Location
    Ascoli Piceno via Brasil 7

    Status
    Offline
    Eccoci qua: da Tevez-Pato a Nyon-Losanna
    30.06.2018 00:00 di Mauro Suma
    Il Fair play finanziario in mano ad una istituzione con una propria visione politica è uno strumento equilibrato e attento. Il Fair play finanziario in mano ad una istituzione notarile con tendenze da azzeccagarbugli, una istituzione timorosa degli umori politico-mediatici non avendone di propri, diventa una scheggia impazzita. Che oggi fa godere gli avversari del Milan e domani chissà. Il passaggio dalla Uefa di Platini a quella di Ceferin è un salto nel buio, rispetto al quale il ritorno è tutto da decifrare. Al dunque, ogni cosa al suo posto. Il Milan è stato escluso dalle coppe europee per un anno non con una sentenza, ma con un mosaico. In controluce, fra sentenza e motivazioni, fra detto e non detto, si intravvede un chiaro imbarazzo fra Camera di giudizio e Camera investigativa. Una si lava le mani con la violazione del Fair play finanziario e l'altra molla ai giornali la polpetta avvelenata della credibilità. Una prova a rimanere nel campo del giuridicamente corretto, l'altra continua imperterrita a fornire a giornali e social gomma da masticare contro il Milan, contro il suo proprietario e contro i suoi dirigenti. Passarsi la palla, scambiarsi i tasselli, per arrangiare un modo per uscirne, non è quella indipendenza delle commissioni di controllo e giudicanti sulle quali, con frasi mirate e affilate sul Milan nelle interviste invernali, si era espresso (?!) il presidente Ceferin. Milan punito, Milan condannato: il tifoso da una vita si chiede, perché? Cosa abbiamo fatto? Nulla, non ci sono partite comprate e vendute, non ci sono giovani venduti a prezzi gonfiati, non ci sono sms bollenti o condotte anti-sportive. L’unica risposta è che ad un gruppo di notai non piace il modo in cui il Milan esiste, respira, paga e fa fronte. Non piace. Punto.

    Visto poi che Adjudicatory e Investigatory danno il buon esempio nel fare taglio e cucito, a buon diritto si accaniscono a farlo tutti gli altri. Soprattutto gli esperti di frullati e minestroni. Quelli che non conoscono le sentenze perchè fra compromessi, lodi, ricorsi e prescrizioni le hanno sempre sfiorate, si nutrono delle motivazioni fatte trapelare senza una pubblicazione sui mezzi ufficiali. Quelli che invece leggono uno scarto fra sentenza e motivazioni, accusano noi di aver fatto disinformazione. Noi che non abbiamo mai parlato del principe malese, della multa, del tetto agli ingaggi, dei due anni, di Al Falasi, di Riccardo Silva, di Conte, di via Gattuso, dell'iscrizione al campionato di A, di Ross, di Fisher, di bitcoin e di altre schizofrenie varie, noi che ne non abbiamo mai parlato insistiamo: il Milan è fuori dalle coppe per i 120 milioni con cui è stato violato il Fair play finanziario negli anni compresi fra il 2014 e il 2017. Con un anno di ritardo, per giunta. Perchè ad informare l'Uefa che il Milan voleva rilanciarsi dopo le violazioni 2014-2017 era stato lo stesso Milan, a maggio 2017, con la presentazione del piano industriale quadriennale alla base della richiesta di Voluntary. Proprietà e business plan non credibili? Bisogna avere il coraggio si sbatterli sulla trincea della sentenza, non nelle retrovie. Altrimenti è solo un gioco sporco che dà la stura a pensieri velenosi e sporchi a loro volta. In ogni caso sul primo e sull'intera impalcatura del closing bisogna dimostrare ed esibire carte, altrimenti bisogna stare zitti. Sul secondo, visto che il Voluntary non è stato accettato, il Milan ha rimodulato il proprio piano, aggiornandolo più volte, rispondendo sempre con precisione ad ogni obiezione, nel corso delle proprie udienze presso l'Uefa. O almeno, per il Milan si trattava di udienze da affrontare con serietà, dati alla mano e linee precise di gestione del bilancio e del futuro. Purtroppo però per gli interlocutori erano ben altro che udienze, erano pura e semplice ammuina, tanto era già stato tutto deciso leggendo il NY Times.

    Evitino i Milanisti di dividersi fra è peggio il 2014-2017 o il 2017-2018. Quello che stiamo vivendo non è una causa, ma un effetto. Il Milan post Tevez-Pato ha trascorso troppo tempo all'insegna del tanto peggio tanto meglio, proprio nelle stagioni in cui in seno alla Uefa maturavano provvedimenti e decisioni che portavano invece nella direzione opposta, ovvero di strutturarsi, di compattarsi, di costruire fondamenta. Quelli invece erano purtroppo anni in cui dare una botta all'amico dell'ufficio avversario o scrivere i testi degli striscioni era molto più importante che dare un futuro di sostanza al Milan. Quelli di oggi sono invece tempi in cui il presidente Li lavora in silenzio, come da cultura cinese, sia sui 32 milioni dell'aumento di capitale (non prestiti a ufo o mance in attesa della buonuscita, ma soldi veri, ripetiamo aumenti di capitale) che sui possibili equilibri della trattativa sulle quote azionarie con Rocco Commisso. Il quale numero uno di Mediacom ha parlato di Milan senza lamentarsi perchè costa, ma con grinta e rispetto dopo la sentenza "otherwise" di Nyon. A proposito, del Milan o si parla o non si parla. Ci sentiamo un po' Marco Ferradini, ma pazienza se i panni sono un po' quelli dell'"uomo ferito": di Milan non si parla solo il venerdì. Bisogna, senza usare il Milan per le scie del momento, parlarne anche il lunedì a urne chiuse. Oppure non se ne parla mai, perchè quando si lavora sul serio il silenzio è una forma di rispetto. Non sappiamo come usciremo da questa estate e se ne usciremo, ma visto che anche noi la diamo sempre vinta al momento del dunque all'amore e al coraggio rispetto ai propositi di cappio al collo, ebbene sì, ne usciremo. E dovremo farlo da milanisti, senza perdere tempo, senza titubanze e senza indugi. Decisi e veri. Consapevole che gli avversari non sono fra di noi, ma sono quelli che ci circondano armati. Insomma: uscirne, ripetiamo, senza perdere tempo. Tutti e subito pancia a terra. L'ultima volta che la depressione estiva, 2009, cessione di Kakà, ci ha fatto iniziare di malavoglia la stagione, abbiamo perso terreno per i primi due mesi, lasciando sul campo quei punti che, se fossimo partiti bene, a marzo 2010 ci avrebbero consentito di essere primi in classifica. Gli ignoranti rifiutano la Storia. I Milanisti vi devono sempre attingere perchè è casa loro.

    .milannews.it
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Nulla può essere mai creato o distrutto

    Group
    Admin
    Posts
    31,456
    Reputation
    +2,594
    Location
    Ascoli Piceno via Brasil 7

    Status
    Offline
    Adesso mercato in uscita. Poi un centrocampista importante. Il rospo chiamato Modric

    04.08.2018

    Sarebbe molto facile, grattarvi la pancia. Per avere in cambio emoticon, incitamenti, parole carine. Ma la verità è quella che ha detto Leonardo a Shevchenko, venerdì mattina a Casa Milan: Continueremo a rinforzarci, ma senza fare acquisti iperbolici. Higuain-Caldara è stata la bellissima duplice accoppiata centrata anche grazie alle necessità della Juventus in uscita (Beppe Marotta, 7 scudetti, non era mai venuto una volta che fosse una a Casa Milan, in pochi giorni si è presentato due volte...), ma non funziona ogni volta così. Dopo aver trattato con la Juventus da pari a pari, senza recompre e senza rate fake, senza Chelsea e senza testine di vitello, Leonardo si appresta ad avere lo stesso atteggiamento in quello che nei prossimi giorni gli starà maggiormente a cuore: il mercato in uscita. Oltre alla percentuale sulla rivendita di Verdi e alla cessione di Gustavo Gomez, il piatto piange ancora. Bisogna accelerare sulle cessioni di almeno due attaccanti e Leonardo lo vuol fare, ma senza accontentarsi. Il Leonardo che si troveranno di fronte gli agenti dei giocatori e i dirigenti dei club avversari sarà quello dotato del carattere che nel febbraio 2010 gli faceva dire "Alla mia libertà non rinuncerò mai", quello che non ha avuto paura degli sfoghi dei tifosi nei passaggi più forti e duri del suo percorso professionale. Quindi niente ammiccamenti, ma basi solide per accordi veri. Altrimenti nisba.

    Dopo il mercato in uscita, toccherà agli ultimi tasselli. Se Kalinic non è ancora andato all'Atletico Madrid e se Bernard non è ancora un giocatore del Milan, ci saranno dei motivi. Vuol dire che non ci siamo ancora, con le cifre e con gli atteggiamenti. Se e quando sarà tutto a posto, si potrà proseguire. Verso quel centrocampista che dovrà incontrare i gusti di Leo. Come giocava Leo da allenatore del Milan? Con Pirlo e Ambrosini unici centrocampisti, con Ronaldinho, Seedorf e Pato sotto la punta, con Borriello prima punta. Non c'erano faticatori, non c'erano incontristi. Si giocava a pallone in avanti, con garbo tecnico e con voglia di fare gol. Ecco perchè non ci sorprendono i primi nomi accostati a livello di pure ipotesi al Milan: Rabiot, Kovacic. Non abbiamo minimamente idea di chi arriverà, ma dovrà saper toccare il pallone. E sul fronte dell'attaccante esterno: sempre se arriverà, dovrà essere più punta che tornante. Certo, ci sono gli equilibri. Quelli che impedivano a Capello di schierare insieme Savicevic, Boban, Albertini e Leonardo nel centrocampo del 1997-98, ma un gol in più dell'avversario non ne fa avvertire la nostalgia. Del resto è una certa logica ad aver portato a Caldara e Higuain: il primo è un giovane difensore tecnico, che fa anche gol sui calci d'angolo; l'altro è il gol per definizione. Per uno che da allenatore è riuscito a fane fare 15 a Ronaldinho nel suo ultimo anno da calciatore vero e proprio, il gol è la strada maestra.

    Che strana estate. I tifosi juventini erano in paradiso, al settimo cielo. Forse anche all'ottavo. Poi l'operazione Higuain-Bonucci-Caldara ha rovinato loro l'estate. A moltissimi di loro. Li ha inaciditi e indispettiti. Incredibile, assolutamente incredibile per una popolazione sportiva che ha visto arrivare nel proprio stadio e nella propria squadra Cristiano Ronaldo. Per rendere meglio l'idea: Cris-tia-no Ro-nal-do. E' il calcio di oggi, nel quale e per il quale un minuto dopo è tutto diverso dal minuto prima. Ai tifosi milanisti piace questa svolta e si godono queste sensazioni, ma attenzione. La nemesi potrebbe essere vicina. Agli stessi milanisti che hanno pattugliato Milano per due giorni, dall'arrivo del Pipita al Westin fino alle visite mediche, da Casa Milan a piazza Duomo, potrebbe ritorcersi tutto contro nel caso in cui l'Inter prendesse Modric. Inutile negarlo, se i nerazzurri fanno questo colpo, Higuain e Caldara rischierebbero di fare la "fine" di...Cristiano Ronaldo. Non sarebbe giusto, perchè dopo Settlement, aumenti di capitale e possibile fuggi fuggi, tutto quello che sta accadendo made in Elliott è un sogno. Ma il calcio non è fatto di pensieri con un capo e una coda, di pensieri educati e corretti. E' il regno dello stomaco sempre in ebollizione. Per cui se prendono Modric, la serenità rossonera rischierebbe di finire gambe all'aria. Modric, proprio Modric: rossonero fin da bambino, con i like a tanti post rossoneri. Modric, il gusto del calcio. Proprio Modric, no. Del resto i milanisti pensano e dicono: Perisic, Brozovic e Vrsaljko lo hanno convinto ad andar di là? Magari non di primissima schiera, ma tre croati li ha anche il Milan in rosa (Strinic, Kalinic e Halilovic) e allora, dicono i milanisti, che si facciano sentire anche loro...! Non è così semplice, lo sappiamo perfettamente, ma gli sfoghi sono sfoghi. Se c'è davvero chi riesce senza un mercato in uscita privo di additivi ad arrivare a Modric, buon per loro. Ma al milanista girerebbero. A meno che a Leo non venga una idea migliore. Rispetto a Nainggolan e De Vrij c'è riuscito. Vediamo se rispetto a Modric...

    .milannews.it

     
    .
  6. arivel
        Like  
     
    .

    User deleted


    non c'è ne. a meno di rosa corta
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Nulla può essere mai creato o distrutto

    Group
    Admin
    Posts
    31,456
    Reputation
    +2,594
    Location
    Ascoli Piceno via Brasil 7

    Status
    Offline
    Bonucci-Higuain: scopri la differenza. Milan: Denis Suarez ti guarda. Carlo, Koulibaly e il 4' posto

    26.01.2019 00:00 di Mauro Suma

    Non è mica vero che Leonardo abbia gestito male Higuain, anzi. Il direttore brasiliano il Pipita lo ha coccolato, protetto, difeso. Anche più di Gattuso. Fino a che ad un certo punto, Leo deve essersi detto: anche troppo. L'intuizione del Milan di fine dicembre, inizio gennaio, è stata molto precisa: con l'Higuain vero si lotta fino alla fine per andare in Champions League, con "questo" Higuain no. Per cui lo "stai e pedala" riveste un significato molto chiaro: o il vero Higuain o niente. Nessuno fornisca alibi a Higuain su questo. Tra lui e il Milan le cose erano chiare fin dalla scorsa estate sul riscatto e sul significato della qualificazione Champions per il progetto Elliott, ma a questo punto, nostro malgrado, dobbiamo prendere atto della consistenza di quello che ci è stato raccontato con tanto di foto da una nostra fonte, di quello a cui non volevamo assolutamente credere. Era metà settembre dopo Milan-Atalanta 2-2, erano i primi di ottobre dopo Milan-Chievo 3-1: nel corso di una partita-esibizione giocata durante la sosta a Dubai, l'entourage di Higuain confermava, confidandolo ad amici, che a gennaio l'argentino avrebbe lasciato il Milan. Dice qualche cretinetti: ecco il solito Suma che "parla male dopo che i giocatori se ne sono andati". Ma certo che no, in questo stesso sito e in questo stesso editoriale, controllare please cretinetti, spronavamo Higuain a fidarsi dei carichi di lavoro di Gattuso, il 29 dicembre scorso, ad Higuain tutto del Milan e a Piatek lontanissimo dal Milan. Quindi, non parliamo e non scriviamo solo "dopo", ma anche "prima". Altri ci accusano di averlo difeso e protetto in tv quando a tutto il mondo sembrava chiara la "rottura". Ma certo che sì: prima coscienza a posto per aver tutelato il giocatore fino in fondo e senza esitazioni anche di fronte ad una certa evidenza, poi normali valutazioni. Che non solo poi solo nostre. Strano che gli ipersensibili dei social e dei media, pronti ad immaginare trattative quando non ci sono e attriti dirigenziali dove non esistono, non si siano accorti che nessun canale ufficiale del Milan abbia rivolto ad Higuain il benchè minimo saluto. A Bonucci, anche se in piccolo, era stato almeno riservato. E qui sta la differenza: Bonucci aveva dato tutto fino all'ultimo giorno per un progetto societario dal quale era stato sostanzialmente tradito; ad Higuain è stato offerto su un piatto d'argento un progetto societario, mantenuto e rafforzato nei fatti, al quale però lui ha rivolto sostanzialmente e quasi solo una smorfia di indifferenza. E Higuain ha smesso purtroppo di dare, nell'ultimo mese della sua "militanza" rossonera. Differenza, anzi differenze, non da poco.

    Strani incroci fra Boateng e il Milan. Boa gioca a San Siro contro l'Inter e lo nota il presidente del Barcellona, Josè Maria Bartomeu. Addirittura sembra che Ariedo Braida, di suo, fosse contrario all'operazione. Ma con Boa a Barcellona, non viene convocato Denis Suarez, centrocampista blaugrana a rischio esubero e in odor di Arsenal. Non verrà al Milan il forte Denis Suarez, ma la scorsa settimana era a cena con un tifoso eccellente rossonero: "Mi piace molto il Milan, la sua storia, il nuovo corso. Amo giocare con Messi e di mia iniziativa non lascerò mai il Barcellona, ma complimenti al Milan". Nessuna illusione di mercato, ma che tra giocatori di una certa fascia e di un certo livello si inizi a parlare del Milan in un certo modo, è una cosa che può e deve solo far piacere ai tifosi rossoneri.

    Il Milan va a giocarsela contro il Napoli da quarto in classifica, solo per demeriti della Roma? Può essere, come diceva Checco Zalone in Quo Vado? quando sembrava che "in tutto questo" quello "strano" fosse lui. Può essere. Ma che il Milan sia quarto dopo gli infortuni di Higuain-Cutrone insieme a settembre, dopo gli infortuni di Romagnoli-Musacchio-Caldara insieme a novembre e le squalifiche di Kessie-Bakayoko (senza Biglia e Bonaventura) insieme a dicembre...che il Milan sia quarto dopo essere riuscito a segnare 1 solo gol su autorete da centrocampo, con tutto il rispetto, contro Empoli, Bologna e Frosinone...beh che dopo tutto questo il Milan sia quarto è un mezzo miracolo. La realtà è che il Milan oggi non è quarto per distacco, e forse quasi terzo, solo per demeriti propri. Non l'incontrario. Ma il campo può attendere. Oggi si gioca Milan-Napoli. Torna il candido papà di tante nostre emozioni, in quello che sarà sempre il suo stadio e fra quelli che saranno sempre e per sempre i suoi tifosi: Carlo Ancelotti. Non torna da solo, ma prendendo idealmente per mano un ragazzo che è solo da omaggiare ed applaudire: Kalidou Koulibaly. Tutti i cuori rossoneri di San Siro non se lo potranno mai perdonare, nel caso in cui arrivassero tardi e male all'appuntamento con la civiltà e i valori. Prima si applaude e poi si gioca. Prima cuore e rispetto, poi solo Milan.

    .milannews.it
     
    .
  8. arivel
        Like  
     
    .

    User deleted


    un apartita non cambia che poi c'è chi tornasfottere per necessità e o fuoriluogo.
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stata convincere il mondo che lui non esiste, e come niente... sparisce

    Group
    Torcida Rossonera
    Posts
    13,896
    Reputation
    +2,970
    Location
    Paesi Baschi

    Status
    Offline
    Higuain è una merda, ma questo pagliaccio ha la faccia come il culo, che si è pure parato preventivamente. Dovevate vederlo fino a che gli è convenuto come si scagliava contro tutto e tutti quelli che anche solo instillavano il dubbio. Adesso scappa fuori che lui sapeva, cosa di cui sono strasicuro sia vero, il che lo rende solo ancora più merda. Lo avevano fatto finalmente fuori dal canale ufficiale, adesso lo ritroviamo a spadroneggiare quanto e più di prima.
    Che schifo di persona...
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Nulla può essere mai creato o distrutto

    Group
    Admin
    Posts
    31,456
    Reputation
    +2,594
    Location
    Ascoli Piceno via Brasil 7

    Status
    Offline
    Uefa: gennaio, capolavoro Milan. Rino: nonostante tutto. Plusvalenze: le vere prese in giro

    25.05.2019 di Mauro Suma

    Stiamo sognando un mondo diverso. Un mondo in cui se i portavoce mediatici della Uefa parlano con la Uefa, non stiano solo ad ascoltare ma abbiano anche competenze e conoscenze per ribattere. Perchè è francamente brutto che ogni sussurro della Uefa sia trasformato poi sui giornali, senza colpo ferire e senza alcun tipo di dialettica, in un fulmine da far cadere sugli spaventatissimi milioni di tifosi rossoneri. Diamo corpo al sogno: se la Uefa, caro collega, ti dice che è irritata per il mercato di gennaio del Milan, ti sta parlando solo del suo mal di pancia e non di fair play finanziario. Ti sta dicendo solo una cosa infastidita sul Milan. sul ma come si permette il Milan, eppure è un concetto sostanzialmente sciocco, vuota, privo di ogni tipo di sostanza. Perchè la Uefa dovrebbe dare una medaglia al Milan per il tipo di mercato di gennaio che ha fatto. Il Milan ha gennaio non ha speso 70 milioni, questa è la superficie, la pancia, il luogo comune. A Gennaio il Milan ha rafforzato il proprio patrimonio e le proprie proprietà. A gennaio il Milan aveva il buon Jack Bonaventura (forza Jack!) a stagione finita e con un valore di mercato molto prossimo allo zero per l'inattività e per l'età (ad agosto saranno 30), e aveva in prestito Gonzalo Higuain con il mal di pancia (anche lui!), ma non solo: anche con un ingaggio altissimo e una quotazione di riscatto fuori mercato, come avrebbero poi dimostrato il Chelsea che nonostante il blocco al mercato lo rimanda indietro e la Juve che come unica soluzione di mercato avrà quella di tenerselo. Da una stagione finita e da un problema gigantesco, il Milan ha trovato il modo di dimezzare una parte del suo monte-ingaggi dando a Paquetà e Piatek la metà di quello che dava ad Higuain. E da due situazioni di mercato sul binario morto ha tirato fuori due operazioni, appunto Paquetà e Piatek, che oggi hanno un valore di mercato, malcontato, di circa 120 milioni di euro. La Uefa non dovrebbe dettare titoli e leggere solo i titoli, dovrebbe, come ci auguriamo stia facendo, andare in profondità. Da un problema di 100 milioni (ingaggi compresi) rappresentato da Higuain, il Milan ha oggi due risorse giovani e di prospettiva da 120 milioni. Il FPF non deve essere codino e occhiuto, ma attento e analitico.

    Nel calderone del road-show elettorale, sono finite dentro anche le solite accuse a Gattuso. E non solo. Bisogna stare attenti in questi casi, e lo diciamo con l'affetto e la riconoscenza di sempre. Quando in un campo della vita si è stati innovatori in un mondo vecchio, non bisogna fare oggi il contrario. Se giochi con il trequartista, oggi gli avversari ti mangiano e potremmo continuare. Gattuso l'inadeguato, come lo chiamano i tifosi del Milan sui social (ma domenica scorsa a San Siro abbiamo sentito un boato quando Gegio ha annunciato il suo nome), ha fatto i suoi errori e deve ancora crescere. Ma sfidiamo chiunque ad essere ad un punto dal terzo posto, con tutto quello che ha dovuto affrontare Rino in questa stagione: Bonaventura stagione finita ad ottobre, Biglia di fatto stagione finita ad ottobre, Caldara e Conti mai avuti, la grana Higuain, a novembre out tutti i difensori centrali, due ragazzi da inserire dalla sera alla mattina a gennaio e da far giocare ogni tre giorni perchè sennò erano guai grossi, un feeling da costruire fra lo spogliatoio e la nuova dirigenza. Insomma, tutti bravi a tastierare. Poi però ogni tanto bisogna anche mettere le mani nella pasta. In quanto poi ai 400 milioni spesi...il Milan nelle ultime 4 sessioni di mercato ne ha spesi 250. Sono comunque sempre tanti soldi. Ma anche qui, con l'affetto e la riconoscenza di sempre, bisogna stare attenti ad essere coerenti. Non si può dire che il calcio non fa più per una famiglia perchè, giustamente, i prezzi sono impazziti e poi usare in chiave negativa quegli stessi prezzi contro chi c'è adesso. E' capitato purtroppo anche al Milan, e Dio solo sa quanto ci sia dispiaciuto, che la campagna-acquisti da 80-100 milioni dell'estate 2015 (Romagnoli-Bacca-Luiz Adriano-Kucka-Bertolacci) non abbia dato risultati immediati, ma fa parte del calcio di oggi. Se paghi 20 quello che 7 anni fa costava 5, succede quello che è successo al Milan nelle ultime 4 sessioni di mercato. Succede.

    Brutta settimana. Sapevamo che se il Milan fosse stato ancora in corsa, la Uefa sarebbe stata "usata" tutta la settimana. Con che stato d'animo vanno in campo i rossoneri a Ferrara, sapendo che tanto poi la Uefa...? Sappiamo che daranno tutto per il loro allenatore, per la maglia e per il club e siamo sufficientemente tranquilli anche se la Spal è un osso veramente duro come lo è stato di recente anche per il Napoli. Ma che brutta settimana lo stesso. Iniziata con l'Inter che farà ricorso se il Milan va in Champions al posto suo e finita con il Torino che non deve l'ora di avere la sentenza Uefa sul Milan per poter giocare in Europa lo stesso. L'Inter...ha speso 80 milioni per Joao Mario e Gabigol nell'estate 2016 e il patrimonio, ciò che resta, di quegli 80 milioni oggi è 0. Zero. Questo è anti fair play finanziario, un caso di scuola, altrochè Paquetà e Piatek. Eppoi l'Inter e il Milan hanno vissuto più o meno gli stessi anni, ultimamente. L'Inter ha dovuto fare il Settlement perchè è andata in Europa League prima del Milan, ma non si è mai negata nulla sul mercato e sul mercato ha avuto, nè più nè meno, le stesse difficoltà del Milan. Non c'è nessuna giustizia da ristabilire e nessuna delazione da fare. E il Toro poi...danno 4 rigori contro il Milan negli ultimi 2 mesi e va tutto bene, ne danno uno a favore contro la Lazio e viene giù il mondo; batte il Milan nella partita della vita e poi rientra nei ranghi della classifica; adesso anche sperare nella sentenza Uefa...anche no. Perchè poi, vedete, il calcio è il trionfo del'ipocrisia. A sperare che i grandi club vengano stangati dalla Uefa per i conti sono quei club che mettono a posto, o sognano di mettere a posto, i propri bilanci con i soldi dei grandi club sparando prezzi altissimi per ogni loro giocatore. E questo non vale evidentemente solo o in particolare per il Torino. Vedrete che, sotto schiaffo Uefa, al Milan verrà rimproverato, e viene già fatto adesso, di non avere peso politico. Vero, il Milan non ha peso politico. Non ha una rete di società alle quali ammollare i propri scarti facendo risultare plusvalenze "super" per nomi improbabili, non ha un vivaio di ragazzi da cui tirar fuori plusvalenze gonfiate con gli estrogeni. Quando la Uefa riuscirà a guarire dalla propria ossessione per il Milan e si accorgerà di chi la prende davvero per il naso, non sarà mai troppo tardi.

    .milannews.it
     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    Nulla può essere mai creato o distrutto

    Group
    Admin
    Posts
    31,456
    Reputation
    +2,594
    Location
    Ascoli Piceno via Brasil 7

    Status
    Offline
    L'Atalanta al Meazza, non a San Siro. Il mercato diverso del Milan, lontano da appalti e plusvalenze

    13.07.2019 di Mauro Suma

    L’Atalanta giocherà al Meazza, non a San Siro. Perché il Meazza è il Meazza, San Siro è San Siro. Il Meazza è il simbolo di come funzionano le cose a Milano e di come sono funzionate anche questa volta. Sono l’Inter e la fortissima lobby interista di Palazzo Marino a decidere le cose sulla testa del Milan e a far trovare le cose pronte e apparecchiate in modo che il mondo rossonero possa solo accettarle. Con tutto il rispetto per il mitico, leggendario, Pepin, la dedica dello stadio a Meazza era stata fatta approfittando del periodo storico di grande debolezza rossonera pre-avvento di Berlusconi. Ma funziona così; decidono gli interisti di Palazzo Marino e il Milan venne messo in condizione di accettare a cose fatte.
    Lo stesso metodo è stato seguito per ospitare l’Atalanta. D’accordo il sindaco interista (non a caso un po’ a disagio sullo strepitoso progetto del nuovo San Siro proprio perché Milan e Inter stanno facendo nella circostanza le cose insieme con i due club protagonisti a pieno titolo, al di fuori dello schema Comune/Inter vs Milan), d’accordo i nerazzurri milanesi e se i rossoneri si fossero opposti si sarebbero scatenate le prefiche del fair play. Per come sono state messe le cose, sarebbe stato il Milan ad opporsi alla Champions bergamasca. Non il Comune, non Milano, ma il Milan. Metodo Meazza. San Siro è un’altra cosa. San Siro è il calcio, sono i titoli di giornale per caricare la partita, è una idea di sport. San Siro lo ha costruito il presidente del Milan, Piero Pirelli. Anche se si fa finta di niente. E anche se quelli che giocavano all’Arena lo hanno chiamato Meazza, gli hanno fatto il piazzale Moratti davanti e i giardini Herrera intorno. E ci hanno messo l’Atalanta a fare la Champions. Nerazzurrizzazione completa. Con tanto di sindaco che andrà allo stadio anche la prossima stagione a vedere l’Inter certo, ma anche l’Atalanta. Il Milan come se non ci fosse. Questione di lobby politica ed editoriale dominante. Per come sono state preparate le cose, bene ha fatto il presidente Scaroni a prendere almeno tempo. Il giusto tempo almeno per ascoltare i tifosi. I milanisti ecumenici hanno accettato, quelli temperamentali hanno detto no. Ma almeno il presidente Scaroni li ha ascoltati.
    Poi un grande club come il Milan non poteva fare altro che ospitare l’Atalanta, fenomeno virtuoso e positivo del nostro calcio. Prego, venite tranquillamente e giustamente a Milano, ci mancherebbe, Ma il metodo Meazza lo abbiamo beccato e lo abbiamo almeno tenuto in anticamera per un paio di giorni. Cosa doverosa.

    A proposito delle prefiche del fair play. Sull’Atalanta a San Siro ci hanno dato dentro, eccome se ci hanno dato dentro. Le prefiche che piangono a comando. Quando c’è da gufare l’esclusione del Milan dall’Europa League hanno la faccia dura e i modi spicci, quando si tratta di fare bella figura davanti ad un’ospite assumono i toni suadenti e lacrimevoli. Alle prefiche, diamo un consiglio. Visto che se ne intendono alla grande di fair play, apprezzino il modo aperto, trasparente e felicemente naif con cui il Milan sta facendo il mercato. Essere trasparenti non significa parlare, o annunciare o dire. Significa agire in maniera trasparente. Il Milan, con Boban, Maldini e Massara, non ha un procuratore di riferimento amico dell’allenatore o del presidente cui appaltare il proprio mercato. Il Milan non ha una rete di alleanza strategiche con cui impostare plusvalenze. Che nel 2002 e nel 2003 servivano per indagare i dirigenti milanesi e che invece oggi sono la panacea. Il Milan fa incontri con tutti e parla con tutti. Si va a Casa Milan e si vede cosa succede. Incontri quasi pubblici, perché il quartier generale è presidiato 24/24 da tanti bravi giornalisti e tutti vedono tutto e tutti sanno tutto. Il Milan non fa il mercato, ma gioca il mercato. Nel senso che non è un mercato autoreferenziale e strutturato a livello di rapporti quello delle bandiere rossonere, ma aperto, sereno, senza vie preferenziali e senza incontri dall’esito scontato perché preparati in corridoio. Il Milan non si siede a tavola e punta il dito sulle singole portate del menu. Fa le sue offerte e dà le sue valutazioni. Su Sensi ci sono rapporti migliori e quindi offerte migliori altrove? Faccia pure. Kabak sparisce per un paio di giorni? Ciao. Bennacer rientra nei ranghi dopo un paio di giorni? Bene, altrimenti…Non si chiama l’amico dell’amico, si valutano i comportamenti degli uomini e delle persone. Si seguono regole economiche virtuose e si fanno le offerte dialogando, parlando, analizzando. Senza appaltare operazioni e situazioni. Il “Ci pensa lui” a Casa Milan non funziona. Sarà poco strategico, sarà poco funzionale, si rischia anche di esserne penalizzati. Ma è bello non essere furbi e giocare solo con le armi della propria intelligenza. E’ affascinante. E’ diverso. E’ fuori dalle “logiche”. E se non lo apprezzano le prefiche del fair play a orologeria, lo facciano almeno i tifosi rossoneri. Che hanno di fronte al loro cuore una società bella e diversa. Perché l’orgoglio non è solo un fatto di risultati.

    .milannews.it
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Nulla può essere mai creato o distrutto

    Group
    Admin
    Posts
    31,456
    Reputation
    +2,594
    Location
    Ascoli Piceno via Brasil 7

    Status
    Offline
    Elliott, transizione necessaria
    Pioli, anche se la squadra non è simmetrica va bene lo stesso.

    19.10.2019
    di Mauro Suma

    Elliott ha rimborsato il bond cinese emesso sulla piazza azionaria di Vienna che era rimasto infruttifero, ha azzerato i debiti della società, ha ripianato un bilancio da meno 126 milioni di euro a giugno 2018 e uno da meno 146 a giugno 2019. Elliott sta per assicurare alla società un bene patrimoniale strategico come lo stadio, ha dato una nuova linea per avere in rosa patrimoni (Leao) e non pesi (fate voi), ha ricapitalizzato il Milan che oggi ha in cassa un patrimonio di 83 milioni, mentre il Fondo quando è arrivato a fine luglio 2017 ha trovato solo i 35 milioni che aveva prestato per l'iscrizione (!) al campionato.
    E vi lamentate pure?
    Certo, la cifra fa impressione, ma evitate di fare casino: Boban e Massara sono arrivati il 1' luglio e non gravano con i loro ingaggi su un bilancio chiuso al 30 giugno, il Milan ha fatto trapelare solo che non ci saranno cessioni top a gennaio perchè quella era stata la tesi dei più. Non sono trapelate notizie sul mercato in entrata, perché il catastrofismo era stato sulle uscite, per cui se ci saranno occasioni a gennaio, perché no?
    Ma come dice Paolo Maldini, le cose si metteranno a posto, bisogna lavorarci con calma e con fiducia. Comunque sia, l'al lupo al lupo, da certi ambienti veramente con toni da gazzarra da marciapiede, sul meno 146 è stata una occasione persa per tre motivi. Si pensa, e lo pensava forse anche l'Uefa, che i fondi vanno e vengono, che siano qualcosa di aleatorio, invece anche di fronte a cifre di disavanzo così impegnative, Elliott garantisce al Milan solidità, liquidità e continuità aziendale. Si fa il rutto libero sul Milan (non stiamo leccando, anche perché se parliamo di leccate sia il guappetto che il suo segretario sfigato leccherebbero dieci volte di più se solo qualcuno prima o poi gliene avesse dato la possibilità), quando questo è un Club che non fa spalmature: 70 milioni per Piatek e Paquetà? 70 milioni subito nel primo bilancio. Questo non è un bilancio irrorato di plusvalenze addicted sui giovani o di spalmature al vostro buon cuore, ma un bilancio che se tutti in Italia lo facessero così sai come si passerebbe la sosta per le Nazionali a parlare di qualcun altro...
    Ah ma allora per Suma va sempre tutto bene.....Certo che no, quando l'avvocato La Scala riconosce che il Milan non rischia nulla ma che finché manca un equilibrio fra entrate e uscite il rischio vero è quello delle limitazioni sul mercato, ha perfettamente ragione. Questo è il punto e questo spiega perchè in estate non è arrivato Modric: aggiungete i suoi 12 milioni netti di ingaggio e il valore zero di ammortamento a questo bilancio, e poi altro che Apocalisse...L'unica risposta che ci sentiamo di dare all'avvocato è che non è semplice e non sarà breve, ma quell'equilibrio che lui giustamente indica è quello cui tende la proprietà rossonera. E ha iniziato a dimostrarlo proprio la scorsa estate.

    Il buon Federico Buffa ci dice che il Milan andrà in Champions League ridendo e ci ha anche detto di scriverlo pure. Per noi che in fondo tifosi siamo e che ci eccitiamo sia per poco che per molto, è stato un momento non male. Dice Federico che se fai le peggiori prime 7 giornate dal 1938 e sei a 4 punti dal quarto posto, beh allora è proprio scritto. Ce la teniamo lì. Come altre due cose che ci aveva detto negli anni e che si sono puntualmente verificate.

    Pioli: ne abbiamo sentite due. Un nostro caro amico milanista inguaribilmente deluso ci dice che Pioli è un curatore fallimentare. Un altro ci dice che è l'uomo giusto al momento giusto, niente voli pindarici ma capisce cosa c'è da fare nella squadra e fa quello che serve. E noi che diciamo? Noi che facciamo? Cosa volete farci, noi siamo quelli che anche con l'influenza si rimpinzano di fumenti per essere oggi a Milanello, per lottare, per vivere, per amare il Milan. Noi ci fidiamo di Pioli e gliel'abbiamo detto. Purtroppo il pressing dell'attaccante sulla zolla giusta e dalla parte giusta, altrimenti la squadra diventa asimmetrica è un concetto rimasto nel computer del nostro ex allenatore. Ottima persona, gran lavoratore, ma il suo calcio non è arrivato al campo, non è arrivato alla squadra. E gli stessi che oggi ci fanno il predicozzo finto pretesco per cui gli è stato lasciato troppo poco tempo, sono gli stessi che scrivevano povero diavolo e simili. Pioli non viene nemmeno lui col saccone dalle montagne, ma probabilmente non avrà bisogno di dirlo. Con educazione, ma sta facendo notare al Club che a livello metodologico e strutturale bisogna evolvere nel centro di allenamento. E sempre con educazione sta dicendo ai giocatori che va bene la tattica, va bene l'organizzazione, ma poi vanno bene anche, soprattutto per gli attaccanti, le loro scelte e la loro inventiva. Perché in campo ci sono loro. E noi saremo anche domani con tutta l'anima a fianco a loro. Per quel pochissimo che conta, ma ci potranno sempre contare.

    . milannews.it
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    Tifoso

    Group
    Member
    Posts
    454
    Reputation
    +140
    Location
    Firenze

    Status
    Offline
    E' impressionante la capacità di adattamento di questo giornalista che sarebbe capace di vivere tra gli Eschimesi a torso nudo, anche quando attorno ed ambientalmente tira un'aria ben diversa. O ci fa o lo è veramente, non ci sono altre opzioni. Nel caso lo fosse e ci credesse veramente in quel che dice, allora di certo non meriterebbe rispetto perchè nega l'evidenza delle cose, la palmarità di certi accadimenti, facendo puntualmente lo struzzo con la testa infilata nella sabbia.
    E' scontato che dobbiamo stringerci vicino alla nostra squadra, è scontato avere fede e passione ma almeno una volta vorrei da lui una sola cosa vera!
     
    .
327 replies since 20/7/2013, 11:40   6497 views
  Share  
.