Calpestando i cadaveri

di Luca Serafini

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    Nulla può essere mai creato o distrutto

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    Calpestando i cadaveri

    28.12.2018 00:00 di Luca Serafini

    Cacciatelo via, Gattuso.

    In 20 giorni si è dissolto il lavoro di un anno, da un 4° posto già saldo e da cementare al solito 6° anonimo ingolfato nel gruppo, dai sedicesimi di Europa League all'umiliazione dell'impresa di una squadra greca di scadente livello. Da una personalità esaltata attraverso emergenze continue a un'impalpabile leggerezza, da un'organizzazione di gioco precisa a un pascolare di fantasmi senza ruolo e senza mansione. Dall'identità di uno spogliatoio finalmente compatto a un'armata disordinata, scalcinata, senza nerbo e senza idee.

    Cacciatelo via, Gattuso.

    Prendete un allenatore che non si incapponisca su Calahnoglu, che ci faccia vedere un gioco tutto tocchi di prima, raddoppi, sovrapposizioni, difesa solida, attacco pungente, centrocampo dinamico, trame da estasi, pressing a tutto campo, schemi su punizioni e corner, linea alta del fuorigioco. E che tenga una media di 2 punti a partita per un anno, possibilmente prima di sciogliersi a dicembre come neve di Natale.

    Cacciatelo via, Gattuso.

    Cercate qualcuno che sappia ridare un senso alle cose del calcio, che sono facili. Molto più facili di come ce le spiegano attorcigliandosi su moduli e tattiche. Per esempio cercate un allenatore che sappia ridare verve a un centravanti che segni un gol a porta vuota, a un altro centravanti che non giri al volo al secondo anello, a un centrocampista che faccia uno "stop" di un livello superiore ai tornei aziendali, un esterno che faccia un dribbling, uno qualsiasi che faccia un lancio preciso e filtrante. Scegliete un allenatore psicologo che restituisca serenità a un turco timido e triste, a un argentino isterico e avulso, a un capitano muto, a uno spagnolo tutto fumo, a due mastini di colore in mezzo al campo che cascano per terra alla spinta di ogni pulcino, a panchinari che entrano e completano la frittata. Prendete un allenatore che rivitalizzi Montolivo e seduti insieme al tavolo ci raccontino la verità. Scegliete un tecnico che più di Gattuso conosca il Milan, il suo valore, la maglia, la sua storia e che più di lui ami questi colori. Che sappia ridare coraggio a questa pavida scolaresca, impaurita nel bosco di sera.

    Cacciatelo via, Gattuso.

    Allungate la lista da Allegri in poi di esoneri che, dopo 25 anni divisi tra Sacchi, Capello, Zaccheroni e Ancelotti salvo un paio di comparsate e il dolce ricovero affidato a Cesarone Maldini, fa concorrenza al Palermo di Zamparini se non addirittura all'Inter di Moratti. Cacciatelo via e d'incanto o piano piano torneremo in cima al mondo. Non aspettate la Spal per decidere il destino della guida che in gennaio avrà Coppa Italia, Supercoppa e Napoli, tutte di fila alla ripresa dei lavori. Per favore, ponete fine a questo scempio. O, almeno, dite due parole. Due di numero. Non lasciate che - in silenzio - calpestino anche il cadavere di Gattuso dopo quelli di Leonardo, Seedorf, Inzaghi, Brocchi. Per favore.

    L'avvilente Natale milanista non è stato niente rispetto allo scoramento e alla rabbia per i fatti che hanno preceduto e accompagnato Inter-Napoli, fuori e dentro San Siro. Sono vicino ai 60 anni e da quasi 60 anni sento ripetere: "E' ora di dire basta". Non ci credo più. Nessuno ha veramente voglia di fare niente. Fanno le battaglie per avere le Olimpiadi nel nostro Paese, cercando di nascondere come il nostro Paese sia leader nella sottocultura sportiva, dagli spalti alle palestre delle scuole sino alle federazioni periferiche. Dalla Procura federale del calcio alle Prefetture. Nessuno ha veramente voglia di fare un cazzo. Oggi a me domani a te. Si andrà avanti così, fino al prossimo morto. Spero solo che ci sia davvero un Ancelotti, e poi un altro Ancelotti, e poi ancora un terzo Ancelotti che a un certo punto si alzi dalla panchina e dica ai suoi giocatori: "Andiamocene". Lo spero col briciolo di fede che mi è rimasta. Il resto sono chiacchiere urlate camminando sui cadaveri.

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    Difficile dargli torto.

    Per tutto..
     
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