INFERNO ROSSONERO - MILANO SIAMO NOI - A.C. Milan Forum

Posts written by beto~milan

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    Ci tocca andare a Sesto San Giovanni e lasciare il cerino in mano a Sala.
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    Milan-Inter, operazione rilancio: il derby di coppa stavolta vale di più

    di Franco Vanni


    Stefano Pioli e Simone Inzaghi (agf)

    Martedì al Meazza la semifinale di andata di coppa Italia, una sfida che arriva in un momento particolarmente delicato per entrambe e che può servire a ritrovare il morale per dare l'assalto allo scudetto. Sia Pioli sia Inzaghi devono ritrovare certezze che sembrano smarrite

    28 FEBBRAIO 2022
    Il derby conta sempre, ma questa volta di più. A Milano vincere la stracittadina non è considerato un titolo stagionale, come in altre piazze. Ma quando c'è di mezzo la possibilità di accedere a una finale, le cose cambiano. Tanto più se come quest'anno Inter e Milan, oltre alla possibilità di giocarsi la Coppa Italia con la vincente fra Juventus e Fiorentina, sono in lotta anche per il campionato. Dal doppio derby di coppa passa gran parte della stagione, tanto per il Milan quanto per l'Inter. Per la possibilità di giocarsi un titolo. E per ritrovare il morale che serve a dare l'assalto a quello a cui le due milanesi oggi tengono di più: lo scudetto.

    Fuori casa vale ancora doppio
    L'ultimo derby di Coppa Italia fra Milan e Inter si è giocato il 26 gennaio 2021. Quarti di finale, 1-2 con rete di Ibra, gol di Lukaku a pareggiare i conti, poi la deliziosa punizione di Christian Eriksen a chiuderli. Questa volta è diverso, e non solo perché entrambi i marcatori nerazzurri di quella partita oggi giocano in Inghilterra. Essendo una semifinale, le gare saranno due. Andata domani in casa del Milan, ritorno il 20 aprile in uno stadio di San Siro prevalentemente nerazzurro. E il dato conta. In Coppa Italia, infatti, vale ancora la regola della rete fuori casa che vale doppio. Dalla prossima stagione le regole cambieranno, ma per quest'anno va così. Con due pareggi con risultati diversi, o comunque con vittorie con differenza gol non coincidente, una esce e l'altra va avanti. Il pensiero va ovviamente alla doppia sfida Champions del 7 e 13 maggio 2003, sempre in semifinale, con lo 0-0 in casa del Milan e l'1-1 quando invece per la burocrazia della Uefa in casa era l'Inter. Forse la più grande beffa nella storia del derby. Poi i rossoneri vinsero in finale contro la Juventus ai rigori nella notte di Manchester. Quella dell'assenza per squalifica di Nedved, nel ricordo degli juventini. Quella degli occhi di Shevchenko prima di calciare il rigore decisivo, nella memoria dei milanisti.

    In cerca di morale per il campionato
    Per l'Inter la sconfitta nel derby di ritorno campionato, lo scorso 5 febbraio, è coincisa con il primo periodo davvero complicato della gestione Inzaghi. Dopo quella sconfitta, con la doppietta di Giroud tutta fatta in tre minuti, i nerazzurri in Serie A non hanno più vinto: hanno pareggiato a Napoli, hanno perso in casa con il Sassuolo, non hanno superato lo 0-0 a Marassi col Genoa. Il Milan nella giornata successiva ha battuto la Sampdoria, poi però si è inceppato, pareggiando con prima con la Salernitana e poi con l'Udinese. La simultanea frenata delle milanesi ha consentito il ritorno in testa del Napoli, a pari punti coi rossoneri, in attesa che l'Inter distanziata di due punti recuperi la gara di Bologna. E proprio col Napoli, nella bolgia del Maradona, il Milan dovrà vedersela domenica. Inutile dire che per entrambe le squadre vincere il derby sarebbe un'iniezione di fiducia fondamentale.

    Turnover obbligato solo per l'Inter
    Il Milan, superato il derby, avrà quattro giorni pieni per preparare la trasferta di Napoli. L'Inter, impegnata venerdì contro la Salernitana a San Siro, soltanto due. Nel calendario dei nerazzurri incombe infatti la sfida di martedì 8 marzo col Liverpool negli ottavi di Champions, competizione da cui il Milan è già stato escluso al girone. Se Stefano Pioli potrà permettersi di schierare la miglior formazione tanto con l'Inter quanto col Napoli, vista la possibilità di recuperare fra una gara e l'altra, Simone Inzaghi dovrà invece inevitabilmente fare un po' di turnover. Meglio spendere il miglior undici contro il Milan domani o tenerlo per la sfida con la Salernitana venerdì? Un dilemma che somiglia molto al proverbiale uovo oggi contrapposto alla gallina domani. E dal punto di vista interista, la prospettiva fa arrabbiare doppiamente: l'incastro dipende da una gara, quella di Anfield, che si preannuncia quasi impossibile. I nerazzurri nella casa dei Reds, una delle squadre più forti del mondo, sono chiamati a ribaltare lo 0-2 subito all'andata a San Siro.

    L'occasione di riscatto per molti
    Tanto il Milan quanto l'Inter si trovano a dovere gestire momenti no di giocatori su cui allenatori e tifoserie puntavano molto. E anche così si spiega quel rallentamento che ha consentito al Napoli di tornare in testa. A Milanello, a parte i soliti problemi di forma di Ibra, a destare preoccupazioni sono i rendimenti di Brahim Diaz, copia sbiadita del se stesso d'inizio stagione, Franck Kessie, che paga forse la guerra di nervi sul rinnovo di contratto, e Ante Rebic, reduce da prestazioni non buone. Alla Pinetina i temi sono come far sbloccare Lautaro e Sanchez, entrambi a secco dallo scorso 17 dicembre, e come restituire sicurezza alla difesa, con De Vrij e Handanovic che nell'ultimo periodo hanno sbagliato qualcosa di troppo. Poi c'è Nicolò Barella, colonna del gruppo e motorino del centrocampo, che a Genova ha dato l'impressione di accusare la stanchezza. Inutile dire che per tutti i giocatori citati, se gli allenatori daranno loro la possibilità di giocare, il derby di domani sarà un'importantissima occasione di riscatto. Come lo è per le loro squadre.

    . repubblica.it


    Poker, manite e trofei alzati al cielo: cinque derby di coppa a tinte rossonere

    Francesco Pietrella
    28 febbraio - MILANO

    Nel ‘77 il Milan superò l’Inter in finale, ma ci sono anche altri risultati storici a favore del Diavolo in questo torneo. L’ultima gioia? Il gol di Cutrone nel 2017

    Cinquine, poker, trofei vinti, gol di meteore e reti di campioni. Storie da derby di Coppa Italia. Milan e Inter si sono sfidate 25 volte in questa manifestazione: la prima nel 1958, l’ultima l’anno scorso, nel famoso “fight” Ibra vs Lukaku. Ecco le partite più belle per i tifosi rossoneri.

    1 di 5:
    1972: derby e trofeo

    Giuseppe Sabadini (a destra) lotta con Roberto Boninsegna

    Si parte dal 1972: sfidi l’Inter, la batti e alzi il trofeo. In due occasioni giocare contro i nerazzurri in Coppa Italia ha portato a vincere altrettanti titoli. Il primo, appunto, nel ‘72. Il Milan di Nereo Rocco, Cudicini e capitan Rivera batte i nerazzurri di Invernizzi sia all’andata che al ritorno. Il format della Coppa però è diverso: 7 gironi da cinque squadre come “primo turno”, poi due gruppi da quattro nel secondo. Le prime due classificate vanno in finale. I rossoneri capitano con Torino, Inter e Juve. Girone tosto. Nel doppio confronto con i nerazzurri, però, arrivano due vittorie per 1-0. Decisivi Sabadini e Bigon. È l’Inter di Corso, Boninsegna, Burgnich. Il Milan di Schnellinger, Prati, Maldera. In finale batte il Napoli 2-0 e vince la Coppa Italia.

    2 di 5:
    1977: un altro titolo

    Il gol di Braglia (a sinistra) nella finale del 1977

    Altro giro, altro trofeo. Nel 1977 il Milan batte l’Inter all’ultimo atto dopo aver superato il primo “gironcino” per differenza reti. Rocco ancora in panchina, Rivera in avanti a creare. Albertosi tra i pali, Fabio Capello in mezzo. I rossoneri arrivano a pari punti con l’Atalanta, ma segnano un gol in più. Primi. Nel secondo girone superano agevolmente Bologna, Napoli e Spal e vanno in finale. Si gioca il 3 luglio a San Siro, ci sono quasi sessantamila tifosi, finisce 2-0 con gol di Braglia e Maldera. È la quarta Coppa Italia della storia. Per la quinta – e fin qui ultima – il Milan dovrà aspettare 26 anni. Curiosità: anche nel 2002-03 si giocano 4 derby in una stagione, stavolta in Champions. I milanisti sanno com’è andata a finire.

    3 di 5:
    1968 e 1992: poker e tris
    Tutt’altro format. Nel 1967-68 la Coppa Italia non prevede la finale classica, ma un girone da quattro squadre in cui ha la meglio chi si piazza primo. Il Milan arriva fino in fondo insieme a Toro, Inter e Bologna, dopo aver eliminato Bari, Varese e Cagliari. All’andata finisce 0-0, ma al ritorno i rossoneri calano il poker. Si gioca il 26 giugno, l’Inter apre i giochi con Nielsen, poi si scatena il Milan: Sormani, Hamrin, Schnellinger e Rosato. Nel mezzo la rete di Achilli. Finisce 4-2, ma i ragazzi di Rocco – campione d’Italia e in Coppa delle Coppe a fine stagione – sfiora il triplete perdendo con il Bologna all’ultima giornata. Coppa al Torino, che invece batte l’Inter 2-0 a San Siro.

    Papin esulta dopo uno dei due gol nel febbraio 1993

    Nel 1992-93, invece, il trofeo ha il solito format ad eliminazione diretta. I rossoneri di Capello, dopo lo 0-0 dell’andata, rifilano tre gol ai nerazzurri: doppietta di Papin nei primi 12’ e tris di Gullit. Esce in semifinale, ma a fine anno vince lo scudetto. È il Milan dei tre olandesi.

    4 di 5:
    1998: la ciliegina di Nilsen

    Savicevic ai quarti di finale nel 5-0 rifilato all'Inter

    La cinquina più famosa di Coppa arriva in una fredda sera di gennaio. È uno dei Milan più in difficoltà di sempre, ma forse ancora non lo sa. Capello in panchina, Weah davanti, il solito Boban. È l’ultimo anno di Savicevic a Milanello dopo lo show delle stagioni precedenti. Maldini, Costacurta e Albertini provano a tenere in piedi il fortino, ma in campionato non è cosa. A fine stagione i rossoneri arrivano decimi, mai in corsa per vincere il titolo. In Coppa, però, si tolgono lo sfizio di rifilare 5 gol all’Inter nei quarti di finale. Apre Albertini su rigore, raddoppia Ganz, poi Savicevic, un autogol di Colonnese e infine lui, il norvegese Steinar Nilsen, uno che a Napoli chiameranno “Baywatch” per via dei capelli biondi e la faccia pulita. Centrale o terzino destro arrivato in estate, nel 1997-98 gioca solo sette partite, ma l’orgoglio di aver piazzato la cinquina non glielo toglierà mai nessuno. Oggi è tornato in Norvegia. Tra il 2013 e il 2015 ha allenato il Tromsoe.

    5 di 5:
    2017: l'anno di Cutrone

    Il gol di Cutrone

    Quando gli chiedono cos’è successo in questi anni risponde sempre allo stesso modo: “Ho avuto un po’ di sfortuna, ma resto quello del Milan”. C’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui Patrick Cutrone trasformava in gol quasi ogni pallone. Aveva vent’anni, giocava a San Siro ed era la punta di diamante di Montella prima e di Gattuso poi, 18 gol in 46 partite nella stagione 2017-18. Uno di questi all’Inter. L’unico. Dicembre 2017, quarti di finale, supplementari. A guardarle oggi sono due squadre opposte. Tra le fila rossonere, davanti a Gigio, ci sono Abate, Bonucci, Romagnoli e Ricardo Rodriguez; l’Inter, oltre a Skriniar, ha Nagatomo e Cancelo. Cutrone entra al posto di Kalinic e affonda il colpo al minuto 104. Suso taglia il campo e la mette morbida con il sinistro. Patrick si inserisce e fulmina Handanovic. Si toglie la maglia, va da Gattuso, quasi piange. È il suo anno. Il Milan arriva in finale, ma perde 4-0 contro la Juve.

    . gazzetta.it


    Inter, il derby per rompere un tabù decennale: la serie nera di quattro semifinali

    Dopo il trionfo del 2011 i nerazzurri non sono più arrivati in finale, fermandosi per quattro volte al gradino inferiore
    28 febbraio - MILANO

    Talvolta si dice che le finali è meglio non giocarle, che perderle. Ma sono discorsi che animano le discussioni tra tifosi, perché chi scende in campo vuole arrivare più avanti possibile in qualsiasi competizione. E così in casa Inter si vuole tornare al più presto in finale dopo un'assenza che dura dal 2011. Il calendario, poi, offre la chance di riprendersi il match per la coppa in grande stile, attraverso un doppio derby.

    GLI EROI— L'ultima volta, quasi 11 anni fa, fu Inter-Palermo. La squadra di Leonardo alzò l'ultimo trofeo sulla scia del leggendario Triplete, prima di una generale astinenza da titoli interrotta lo scorso anno dal trionfo in campionato dei ragazzi di Antonio Conte. Come a testimoniare il lascito, la firma fu proprio del tandem offensivo delle meraviglie, protagonista contro i siciliani come lo era stato più e più volte nella stagione precedente. Quel 29 maggio 2021 fu infatti Samuel Eto'o a sbloccare il risultato a metà primo tempo, raddoppiando al 77' prima della rete di Ezequiel Munoz e del sigillo finale di Diego Milito. Doppio assist di Wesley Sneijder e coppa alzata al cielo, contro i rosanero di Delio Rossi: in campo Javier Pastore, Josip Ilicic, Salvatore Sirigu, Federico Balzaretti e il centravanti Abel Hernandez. In panchina, Matteo Darmian.

    . gazzetta.it


    Coppa Italia, Milan-Inter: arbitra Mariani. Al VAR ci sarà Irrati

    28.02.2022 12:10 di Antonio Tiziano Palmieri

    In vista della semifinale di andata fra Milan e Inter di Coppa Italia, è stato designato il direttore di gara: sarà Maurizio Mariani della sezione di Aprilia. Al VAR ci sarà invece Massimiliano Irrati. Ecco la squadra arbitrale al completo:

    MILAN – INTER Martedì 01/03 h. 21.00

    MARIANI
    MELI – ALASSIO
    IV: MASSIMI
    VAR: IRRATI
    AVAR: GIALLATINI

    . milannews.it


    Inter verso un derby al completo: Correa in gruppo, convocazione vicina

    Questa mattina l'argentino ha completato l'intera seduta con i compagni per la prima volta: nel mirino c'è il Milan

    27 febbraio - MILANO

    Il sogno di ogni allenatore. Affrontare un match delicato come quello di martedì contro il Milan con tutta la rosa al completo. Certo, le sensazioni sono quelle di avere tutta la rosa convocabile ma non schierabile appieno, ma l'organico senza assenze è una libidine. Con il ritorno promesso anche di Joaquin Correa, ora Simone Inzaghi si appresta ad avere lo spogliatoio felicemente affollato.

    BUONE NOTIZIE— Il fatto che si parli dell'argentino implica che su Robin Gosens i dubbi siano ormai minimi: nel derby di Coppa Italia il tedesco ci sarà e potrebbe anche dare il suo primo contributo nerazzurro nel finale. Tornando al "Tucu", su cui qualche dubbio c'è stato e la possibilità che si riveda soltanto contro la Salernitana resta in minima parte viva, l'ottimismo per una convocazione sta crescendo.

    ULTIMO UOMO— Con i recenti rientri di Felipe Caicedo, Matias Vecino e appunto Gosens, Correa era il solo rimasto con un asterisco tra i possibili convocati. Ora, senza mettere la mano sul fuoco, quella postilla sembra poter sparire: questa mattina l'argentino si è allenato per la prima volta con il gruppo per tutta la seduta e, se nella rifinitura di domani non ci saranno sorprese, Joaquin sarà in panchina contro il Milan. Una splendida notizia per Inzaghi, con la speranza che questo "all-in" di disponibili rimanga intatto a lungo.

    . gazzetta.it

    Edited by beto~milan - 28/2/2022, 13:52
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    Primo round.
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    Gazzetta - Nuovo stadio, il dibattito pubblico rischia di allungare i tempi: Milan e Inter valutano anche aree alternative a San Siro

    28.02.2022 10:00 di Enrico Ferrazzi

    In attesa del derby di Coppa Italia di domani sera, valido per l'andata delle semifinali della competizione, Milan e Inter continuano a lavorare insieme per la costruzione del nuovo stadio, anche se per il momento non è ancora arrivata l'accelerata decisiva che rossoneri e nerazzurri si aspettavano. I due club spingono per non allungare i tempi e per questo, visti i continui intoppi, stanno valutando anche la possibilità di trasferire il progetto in un'altra area, in primis presso l’area ex Falck di Sesto San Giovanni.

    DIBATITO PUBBLICO - Come spiega La Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina, da Palazzo Marino c'è la volontà di portare avanti il progetto, ma prima è necessario il coinvolgimento della popolazione e così il sindaco Sala ha aperto nei mesi scorsi la strada all'avvio di un dibattito pubblico, procedura prevista dalla legge nazionale e obbligatoria per le opere superiori ai 300 milioni. L'unica possibile deroga a questo scenario era l'emergenza Covid, ma la Giunta comunale non si è appellata alla norma che avrebbe concesso a Palazzo Marino di chiedere alla regione di non farlo per motivi sanitari. Milan e Inter restano in attesa di novità, ma sicuramente si aspettavano un'accelerazione dopo le ultime elezioni, accelerazione che però non c'è stata.

    TEMPI LUNGHI? - Rossoneri e nerazzurri temono che i tempi si allunghino troppi, ma nelle ultime ore da Palazzo Marino è filtrata la ferma volontà di far rientrare l’allarme sui tempi: il "dibattito pubblico" potrebbe infatti esaurirsi in circa otto mesi, lasciando così aperta la possibilità di iniziare i lavori nel 2023. Lo stallo tra Milan-Inter-Comune è evidente, la speranza di tutti è che la situazione possa sbloccarsi nel più breve tempo possibile, ma intanto le due società non intendono restare ferme a guardare. In questo senso, non può essere casuale che rossoneri e nerazzurri siano vicini a nominare Beppe Bonomi come coordinatore del progetto: come spiega sempre la Rosea, il manager che dovrebbe trasformare la Cattedrale da disegno in realtà è proprio quello che ha gestito la trasformazione delle ex Falck a Sesto San Giovanni.

    . milannews.it
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    Nuovo stadio di Milan ed Inter fuori dalla città? Prende quota il "Piano B"

    27.02.22 22:48 di Nicholas Reitano

    Milan ed Inter, come raccontato, hanno esigenza di accelerare sul fronte nuovo stadio. Lo stallo con il Comune di Milano sembra aver indotto i due club a cominciare a guardarsi intorno. Come riferisce l'edizione odierna del Corriere della Sera, sono già state individuate tre aree, fuori dal Comune, e tutte raggiungibili dalla metropolitana (o che lo saranno): si tratta di Sesto San Giovanni, San Donato e Segrate. Sebbene San Siro resti in assoluto il piano A, se non altro perché le due società hanno già speso alcune decine di milioni per la progettazione, l'ipotesi che la "Cattedrale" possa sorgere fuori Milano, oggi, non è più priva di fondamento.

    . milannews.it
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    CITAZIONE (hitchcockiano @ 26/2/2022, 10:49) 
    Cina, India ed Emirati si astengono.

    La Cina ha molti soldi in ballo coi russi e penso non voglia rovinare le relazioni. Oltre a essere di base sempre in disaccordo con gli USA.

    Forse perché ci siano altri interessi in ballo...

    CITAZIONE
    Summit, promesse e investimenti miliardari: così Cina, Russia e India fanno a gara per conquistare l’Asia centrale. Con vista sull’Afghanistan

    I leader di Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan e Turkmenistan hanno preso parte all'inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino, anche se tra gli atleti in gara non ci sono turkmeni nè tagiki: elemento che fa capire una volta di più quanto sia forte l’influenza della Repubblica popolare in quella parte di mondo, nonostante il ruolo della Russia nella crisi in Kazakistan. Ma anche Nuova Dehli non sta a guardare: il premier Narendra Modi cerca di portare le repubbliche dalla propria parte annunciando un prestito da un miliardo di dollari da investire in connettività, energia e sanità

    di Davide Cancarini | 7 FEBBRAIO 2022

    Dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali in Cina si è parlato soprattutto per il boicottaggio degli Stati Uniti e di numerosi altri Paesi, europei e no. Ma c’è una regione che ha risposto compatta di sì all’invito di Pechino: l’Asia centrale. Tutti i leader dei cinque Paesi dell’area – Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan e Turkmenistan – hanno preso parte alla cerimonia, anche se tra gli atleti in gara ai Giochi non compaiono turkmeni nè tagiki. Elemento, questo, che fa capire una volta di più quanto sia forte l’influenza della Repubblica popolare in quella parte di mondo, nonostante il caos in Kazakistan a inizio 2022 l’avesse fatta mettere in dubbio: nel mezzo delle sollevazioni popolari, infatti, il presidente kazako Tokayev non aveva chiesto l’aiuto cinese ma quello dell’organizzazione di sicurezza russa Csto, come a ribadire di considerare Mosca (e non Pechino) la vera garante del proprio potere. Tornata la calma, però, la competizione attorno alla regione è tornata a farsi frenetica e la Cina sotto i riflettori.

    La mossa cinese: il piano di aiuti da 500 milioni di dollari – Pochi giorni prima dell’inaugurazione, infatti, il presidente cinese Xi Jinping ha per la prima volta presieduto un summit con tutti i Paesi dell’Asia Centrale, organizzato per celebrare il trentesimo anniversario dall’instaurazione di relazioni diplomatiche dopo il dissolvimento dell’Unione sovietica. Un’occasione sfruttata per annunciare un piano di aiuti triennale da 500 milioni di dollari, che è servito anche a dare l’ultima spinta affinché i leader centroasiatici confermassero la partecipazione all’apertura dei Giochi. Come d’abitudine cinese, sul tavolo sono stati messi anche una serie di target numerici: ad esempio l’obiettivo di portare il valore degli scambi commerciale tra la Cina e gli stati della regione da 38,6 a 70 miliardi di dollari entro il 2030. Non solo: con un chiaro riferimento alla crisi kazaka, Xi ha sottolineato la propria avversione per le “rivoluzioni colorate“, ottenendo in cambio una dichiarazione congiunta in cui i capi di Stato centroasiatici hanno promesso di sostenere il principio “una sola Cina” contro le spinte separatiste dell’isola di Taiwan.

    La risposta indiana: il vertice “1+5” – La partita geopolitica non si limita però al testa a testa tra Russia e Cina (con Mosca in vantaggio sul piano militare e Pechino su quello economico). Altri attori guardano con interesse alle potenzialità logistiche, di sicurezza e commerciali dell’area, e stanno iniziando ad agire di conseguenza. È il caso ad esempio dell’India: due giorni dopo il meeting con Xi Jinping, i presidenti delle repubbliche dell’Asia centrale hanno avuto un ulteriore summit con il primo ministro di New Dehli, Narendra Modi. L’occasione per il governo indiano di inaugurare una piattaforma di dialogo “1+5” con i Paesi, molto simile a quella messa in campo da alcuni anni dall’Italia, il primo Paese europeo ad avere iniziato un confronto omnicomprensivo con l’Asia centrale a un così alto livello. Il significato simbolico dell’iniziativa indiana ha fatto anche emergere il sospetto che l’annuncio cinese del piano di aiuti sia stato fatto solo poche ore prima proprio per togliere visibilità alla potenza rivale. Al di là delle dietrologie e degli eventuali sgambetti diplomatici, però, il vertice è indicativo della chiara volontà indiana di affermarsi come un attore di primo piano in Asia centrale. Anche – se non soprattutto – guardando all’Afghanistan. Modi vede infatti la cooperazione con l’area confinante come un passo fondamentale per recuperare terreno nella relazione con i Talebani, interlocutori importanti considerando i miliardi di dollari che hanno dimostrato di avere a disposizione.

    Gli investimenti di Modi sulle infrastrutture – Un’altra “ossessione” indiana è la sfida alla Cina sul fronte della connettività infrastrutturale: in queso senso Modi e i cinque leader hanno concordato di istituire un gruppo di lavoro per sviluppare il porto di Chabahar, un hub marittimo sulla costa iraniana che l’India ha finanziato per promuovere il commercio nella regione e contrastare il progetto gemello Pechino ha realizzato in Pakistan, il porto di Gwadar. Proprio il Pakistan, infatti, impedisce all’arcinemico indiano di utilizzare il proprio territorio per raggiungere l’Afghanistan e l’Asia centrale, rendendo vitale per Modi la disponibilità di un porto vicino possibile all’area. Un’iniziativa concretizzatasi a suon di investimenti milionari, come il recente impegno per ulteriori 500 milioni di dollari per realizzare anche tutte le infrastrutture complementari, come strade e linee ferroviarie, necessarie per lo sviluppo di Chabahar. La montagna di denaro investita rende quindi fondamentale, per l’India, che le repubbliche centroasiatiche si appoggino a Chabahar per avere accesso al mare. Una necessità reciproca, considerando che l’Asia Centrale è una delle regioni del mondo più lontane dalla costa: l’Uzbekistan, ad esempio, è l’unico Stato al mondo a essere doppiamente senza sbocco al mare (cioè a propria volta confinante solo con Stati senza sboocco).

    . ilfattoquotidiano.it
  8. .
    CITAZIONE
    Stamattina il presidente russo Vladimir Putin è apparso in un messaggio televisivo per celebrare una festività dedicata all'esercito russo. Putin ne ha approfittato per ringraziare «quelli che in questi giorni stanno eroicamente facendo il proprio dovere nelle operazioni speciali nelle repubbliche del Donbass». Putin non ha fatto alcun accenno a come stia andando l'invasione. Il Financial Times ricorda che il governo russo continua a negare di avere subito delle perdite.
    . live blog de ilpost.it

  9. .
    Sono già 2 volte di fila che faccio copia-incolla della classifica...
  10. .
    Classifica aggiornata a Milan - Udinese:


    AdamAndTheAnts 79pt
    bigsam 68pt
    Phøenix 68pt
    beto~milan 61pt
    conogelato 56pt
    Nikk8686 26pt
    willywonka10 18pt
    Noodles 12pt
    Ammanuensemeditativoallafinestra 6pt
    Panzaraiol 3pt
    herbertk82 3pt
  11. .
    :D
    La Cina comunque si è astenuta, che in pratica vuol dire un "ni".
    L'India non lo so.
  12. .
    L'India che ha fatto?
  13. .
    Maignan...6
    Calabria...5
    Tomori...5
    Romagnoli...5
    Hernandez...6,5
    Tonali...6
    Kessie'...4,5
    Messias...5,5
    Diaz...5
    Leão...6,5 (il migliore)
    Giroud...4,5
    Saelemaekers...5
    Maldini...5
    Rebic...5

    Pioli...5
    Squadra...4
  14. .
    Certo. Cuba era un satellite dell'Urss

    CITAZIONE (Old Roger @ 25/2/2022, 23:08) 
    L'Ucraina giuridicamente è libera di chiedere di entrare nella NATO, ma ci sono anche ragioni di opportunità da considerare. Se Putin ha reagito così è anche colpa loro che gliene hanno dato il pretesto. Tra ucraini e russi non passa più differenza di quanta non ce ne sia tra un lombardo e un calabrese.

    Pretesto?
    È da quando Putin ha preso il potere in Russia nel 2000 (mi pare) che non vedeva ora di invadere l'Ucraina.
    Non esiste giustificazione, né se e né ma, per quello che ha fatto.
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    CITAZIONE (TheBadTouch @ 25/2/2022, 21:52) 
    CITAZIONE (Fabio Rossonero @ 25/2/2022, 21:36) 
    Ragazzi, io non amo gli americani, ma evitiamo di tirarrli in ballo per giustificare Putin.
    Questa è una guerra per territori come non si vedevano in Europa dal 1939.
    Ah, la Russia ha finanziato pesantemente i partiti populisti negli ultimi anni per destabilizzare l'UE, tra cui il capitone che aveva promesso di togliere le accise

    Non c’è giustificazione per quello che ha fatto.
    Ma bisogna pure dire le cose come stanno.

    La NATO ha come obiettivo l’entrata dell’Ucraina se non oggi, domani.

    L’Ucraina vuole entrare nella NATO.

    Secondo voi cosa può pensare la Russia se si ritrova basi e missili atomici NATO nel giardino del vicino?
    Di fatto rappresenta una minaccia per loro l’espansione della NATO.

    Come voleva fare l’URSS a Cuba negli anni 60 e gli USA reagirono allo stesso modo.

    L'Ucraina, da paese sovrano è libero di andare con chi vuole.
    È una bugia, spesso detta da Putin, che gli ucraini sono come i russi.
    Romania, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Estonia, Lituania...tutti paesi appartenenti sll'ex cortina di ferro.
    Nota: l'Ucraina è stata sottomessa al dominio zarista alla fine del 700.
29539 replies since 4/2/2008
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